Era il 1906. La mia terra, terra di agricoltori, era sempre stata arata da vecchi aratri di legno che ne graffiavano appena la superficie. [...] Io, bambino curioso, seguivo per tutto il campo il vigoroso aratro di casa mia. Mi piaceva vedere come l'enorme punta di acciaio apriva un taglio nella terra, tagli da cui germogliavano radici al posto del sangue. [...] Un attimo più tardi, la foglia brillante di acciaio tirava fuori dalla terra un mosaico romano. [...] Quel mio primo stupore artistico è unito alla terra. I nomi di Dafne e Cloe sanno di terra e d'amore. Le mie prime emozioni sono legate alla terra e ai lavori dei campi. [...] Nella terra trovo una profonda suggestione di povertà. E amo questa povertà al di sopra di ogni altra cosa. Non la povertà sordida e affamata, ma la povertà beata, semplice, umile come il pane nero.